Erika Lust il porno per le donne
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Erika Lust il porno per le donne
Vi riporto un interessante intervista alla regista svedese Erika Lust.
Qualcuno di voi ha mai visto uno dei suoi film? Vi è piaciuto?
Vi andrebbe di parlarcene?
La regista svedese: «Combatto per superare tabù e pregiudizi nei confronti delle donne»
Erika Lust è impegnata nella post produzione del suo ultimo film, "Cabaret desire" che uscirà ai primi di ottobre. Il suo vero nome è Ellinor Hallqvist, ha 34 anni, vive a Barcellona ma è originaria di Stoccolma, dove realizza film pornografici per sole donne. Un mercato ancora timido, quello della pornografia e dei gadget sessuali rivolti specificatamente al pubblico femminile, ma che cresce velocemente. Gli ultimi dati Nielsen (purtroppo risalenti al 2009) segnalano che in media sono donne il 29% del totale dei visitatori dei siti internet a luci rosse. Nei film della Lust le storie sono semplici, (il ragazzo che consegna la pizza, l’incontro occasionale, la moglie tradita che si vendica) ma la qualità delle riprese e il montaggio sono professionali e soprattutto, non c’è alcuna vittimizzazione delle attrici.
Il piacere femminile è protagonista e c’è molto poco dei "porno" tradizionali, con la loro massiccia dose di stereotipi e orgasmi finti. Dopo gli studi in Scienze Politiche e femminismo all’università di Lund, nel 2004 l’allora neolaureata svedese gira la sua prima pellicola "The Good Girl" (la brava ragazza), premiata al festival del cinema erotico di Barcellona. Qui, dove era solita andare in vacanza, trova l’amore con l’uomo che diventerà l’attuale compagno e suo produttore, da cui ha avuto due bambine di 4 anni e 9 mesi. Le chiediamo come ha iniziato e quali sono le sue motivazioni.
Come ti sei avvicinata al porno?
«Ho visto il primo film a 15 anni e sebbene fosse eccitante non potevo fare a meno di sentirmi in colpa. È stato il primo segnale che c’era qualcosa di sbagliato nell’industria pornografica tradizionale. Poi, all’Università ho studiato il femminismo e ho cominciato a pormi diverse domande. Per esempio, qual è il ruolo della donna nella società, perché ci sono così tanti pregiudizi verso le donne non sposate, perché una ragazza che ha molti partner è chiamata "puttana" mentre a un uomo non succede. E ancora, com’è possibile che i media riescano ogni giorno a creare un’immagine delle donne così stereotipata? Perché il porno è destinato solo a un pubblico maschile come se alle donne non piacesse il sesso? Perché non possono confessarlo a meno di essere considerate delle "poco di buono"? Insomma, perché il diritto a provare piacere sessuale è sempre negato alle donne? Dopo gli studi ero piena di idee su come mostrare al mondo che era possibile un altro tipo di pornografia che si concentrasse sulla sessualità e il desiderio femminile. Così ho girato il mio primo film e ho preso la decisione di trasferirmi in Spagna dove ho incominciato a lavorare per diverse case di produzione, coordinando il lavoro degli attori e la logistica».
Cosa pensano del tuo lavoro i registi dei film porno tradizionali? Vi siete mai incontrati?
«Non li incontro mai. Per quella che è la mia esperienza in Spagna, ai registi dell’industria del porno non piace quello che faccio. Pensano che il porno per il pubblico femminile non esiste,che sia solo marketing. Mi sono sentita dire varie volte di tornare al mio paese a occuparmi di barche…Non voglio rubargli il lavoro, possono fare quello che vogliono. Sto solo cercando di allargare le alternative attualmente disponibili sul mercato».
Quante persone hanno acquistato su internet i tuoi film e com’è composto il tuo pubblico?
«È difficile contare un numero preciso, sicuramente da "The good girl" ad oggi, siamo intorno alle centinaia di migliaia. Il mio business si sviluppa su internet, il che rende tutto molto più facile. Per quanto riguarda gli spettatori, sono per metà donne e l’altra metà uomini. Sono sorpresa da quanti uomini mi hanno detto di apprezzare i miei film e che il porno tradizionale li annoia».
Il tuo lavoro sarebbe diverso se fosse girato in Svezia?
«Sì, i miei film non avrebbero la stessa atmosfera bohémien, underground, misteriosa e sexy che si respira a Barcellona che è anche culturalmente più dinamica della Svezia».
Quali sono i tuoi riferimenti cinematografici?
«Sono una grande fan di Sofia Coppola, adoro in particolare l’atmosfera e la fotografia dei suoi film, toglie il fiato».
La Lust è anche autrice di libri come "Erotic bible to Europe", che raggruppa gli indirizzi più trasgressivi e sexy del vecchio continente e "Good Porn, a women’s guide" pubblicato in italiano con il pudico "Per lei, guida al cinema erotico che piace anche alle donne" (Pink books edizioni), in cui l’autrice spiega il ruolo femminile nell’industria del porno, sfatando l’assunto ancora ben radicato, che guardare film a luci rosse sia solo un desiderio maschile. Inoltre, è attivissima su Facebook e sul suo blog che aggiorna periodicamente con consigli e suggerimenti sempre dal taglio femminista.
Hai imparato qualcosa di nuovo sul sesso e l’intimità che prima non sapevi?
«Sesso e intimità sono strettamente connessi. Il sesso non è un atto meccanico, è un’esperienza, una connessione che si stabilisce insieme a un’altra persona. Non sto parlando necessariamente di amore, ma di passione, eccitazione e piacere».
Cosa diresti alle tue figlie se decidessero di recitare in un film porno?
«Non avrei nulla da ridire se lo facessero per se stesse, ogni donna ha diritto a indagare la propria sessualità ed erotismo, purché sia in un ambiente dignitoso e sicuro. Si tratta di un lavoro rispettabile, come qualsiasi altro. Invece, non ne sarei felice se lo facessero per soldi o perché emozionalmente instabili».
E tuo marito è geloso?
«Sto dietro la macchina da presa, quindi non gli do nessuna ragione per essere geloso. Comunque è un femminista come me e condivide le ragioni che animano il nostro lavoro».
Ti definisci una femminista, ma che cosa significa per te "femminismo"?
«Combattere ogni giorno in prima persona per superare i tabù sessuali e i pregiudizi sociali nei confronti delle donne. Vuol dire restituirci la credibilità che meritiamo, in tutti i campi della vita e della società».
(fonte: lastampa.it)
Qualcuno di voi ha mai visto uno dei suoi film? Vi è piaciuto?
Vi andrebbe di parlarcene?
La regista svedese: «Combatto per superare tabù e pregiudizi nei confronti delle donne»
Erika Lust è impegnata nella post produzione del suo ultimo film, "Cabaret desire" che uscirà ai primi di ottobre. Il suo vero nome è Ellinor Hallqvist, ha 34 anni, vive a Barcellona ma è originaria di Stoccolma, dove realizza film pornografici per sole donne. Un mercato ancora timido, quello della pornografia e dei gadget sessuali rivolti specificatamente al pubblico femminile, ma che cresce velocemente. Gli ultimi dati Nielsen (purtroppo risalenti al 2009) segnalano che in media sono donne il 29% del totale dei visitatori dei siti internet a luci rosse. Nei film della Lust le storie sono semplici, (il ragazzo che consegna la pizza, l’incontro occasionale, la moglie tradita che si vendica) ma la qualità delle riprese e il montaggio sono professionali e soprattutto, non c’è alcuna vittimizzazione delle attrici.
Il piacere femminile è protagonista e c’è molto poco dei "porno" tradizionali, con la loro massiccia dose di stereotipi e orgasmi finti. Dopo gli studi in Scienze Politiche e femminismo all’università di Lund, nel 2004 l’allora neolaureata svedese gira la sua prima pellicola "The Good Girl" (la brava ragazza), premiata al festival del cinema erotico di Barcellona. Qui, dove era solita andare in vacanza, trova l’amore con l’uomo che diventerà l’attuale compagno e suo produttore, da cui ha avuto due bambine di 4 anni e 9 mesi. Le chiediamo come ha iniziato e quali sono le sue motivazioni.
Come ti sei avvicinata al porno?
«Ho visto il primo film a 15 anni e sebbene fosse eccitante non potevo fare a meno di sentirmi in colpa. È stato il primo segnale che c’era qualcosa di sbagliato nell’industria pornografica tradizionale. Poi, all’Università ho studiato il femminismo e ho cominciato a pormi diverse domande. Per esempio, qual è il ruolo della donna nella società, perché ci sono così tanti pregiudizi verso le donne non sposate, perché una ragazza che ha molti partner è chiamata "puttana" mentre a un uomo non succede. E ancora, com’è possibile che i media riescano ogni giorno a creare un’immagine delle donne così stereotipata? Perché il porno è destinato solo a un pubblico maschile come se alle donne non piacesse il sesso? Perché non possono confessarlo a meno di essere considerate delle "poco di buono"? Insomma, perché il diritto a provare piacere sessuale è sempre negato alle donne? Dopo gli studi ero piena di idee su come mostrare al mondo che era possibile un altro tipo di pornografia che si concentrasse sulla sessualità e il desiderio femminile. Così ho girato il mio primo film e ho preso la decisione di trasferirmi in Spagna dove ho incominciato a lavorare per diverse case di produzione, coordinando il lavoro degli attori e la logistica».
Cosa pensano del tuo lavoro i registi dei film porno tradizionali? Vi siete mai incontrati?
«Non li incontro mai. Per quella che è la mia esperienza in Spagna, ai registi dell’industria del porno non piace quello che faccio. Pensano che il porno per il pubblico femminile non esiste,che sia solo marketing. Mi sono sentita dire varie volte di tornare al mio paese a occuparmi di barche…Non voglio rubargli il lavoro, possono fare quello che vogliono. Sto solo cercando di allargare le alternative attualmente disponibili sul mercato».
Quante persone hanno acquistato su internet i tuoi film e com’è composto il tuo pubblico?
«È difficile contare un numero preciso, sicuramente da "The good girl" ad oggi, siamo intorno alle centinaia di migliaia. Il mio business si sviluppa su internet, il che rende tutto molto più facile. Per quanto riguarda gli spettatori, sono per metà donne e l’altra metà uomini. Sono sorpresa da quanti uomini mi hanno detto di apprezzare i miei film e che il porno tradizionale li annoia».
Il tuo lavoro sarebbe diverso se fosse girato in Svezia?
«Sì, i miei film non avrebbero la stessa atmosfera bohémien, underground, misteriosa e sexy che si respira a Barcellona che è anche culturalmente più dinamica della Svezia».
Quali sono i tuoi riferimenti cinematografici?
«Sono una grande fan di Sofia Coppola, adoro in particolare l’atmosfera e la fotografia dei suoi film, toglie il fiato».
La Lust è anche autrice di libri come "Erotic bible to Europe", che raggruppa gli indirizzi più trasgressivi e sexy del vecchio continente e "Good Porn, a women’s guide" pubblicato in italiano con il pudico "Per lei, guida al cinema erotico che piace anche alle donne" (Pink books edizioni), in cui l’autrice spiega il ruolo femminile nell’industria del porno, sfatando l’assunto ancora ben radicato, che guardare film a luci rosse sia solo un desiderio maschile. Inoltre, è attivissima su Facebook e sul suo blog che aggiorna periodicamente con consigli e suggerimenti sempre dal taglio femminista.
Hai imparato qualcosa di nuovo sul sesso e l’intimità che prima non sapevi?
«Sesso e intimità sono strettamente connessi. Il sesso non è un atto meccanico, è un’esperienza, una connessione che si stabilisce insieme a un’altra persona. Non sto parlando necessariamente di amore, ma di passione, eccitazione e piacere».
Cosa diresti alle tue figlie se decidessero di recitare in un film porno?
«Non avrei nulla da ridire se lo facessero per se stesse, ogni donna ha diritto a indagare la propria sessualità ed erotismo, purché sia in un ambiente dignitoso e sicuro. Si tratta di un lavoro rispettabile, come qualsiasi altro. Invece, non ne sarei felice se lo facessero per soldi o perché emozionalmente instabili».
E tuo marito è geloso?
«Sto dietro la macchina da presa, quindi non gli do nessuna ragione per essere geloso. Comunque è un femminista come me e condivide le ragioni che animano il nostro lavoro».
Ti definisci una femminista, ma che cosa significa per te "femminismo"?
«Combattere ogni giorno in prima persona per superare i tabù sessuali e i pregiudizi sociali nei confronti delle donne. Vuol dire restituirci la credibilità che meritiamo, in tutti i campi della vita e della società».
(fonte: lastampa.it)
Re: Erika Lust il porno per le donne
non la conoscevo, anche perchè non vado al cinema da anni;
certo è interessante che anche nel mondo del porno ci siano delle donne alla regia in modo da farci finalmente vedere il sesso anche dalla prospettiva femminile
certo è interessante che anche nel mondo del porno ci siano delle donne alla regia in modo da farci finalmente vedere il sesso anche dalla prospettiva femminile
mordicchio- Messaggi : 174
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: Erika Lust il porno per le donne
Stefy l'ho già sentita... non è quella dei libri che diceva Martina??
Uccia- Messaggi : 70
Data d'iscrizione : 29.02.12
Età : 51
Località : Ventimiglia
Re: Erika Lust il porno per le donne
E' molto interessante, vorrei vederlo
BlackMoon- Messaggi : 133
Data d'iscrizione : 02.11.11
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