Come svelare il punto G
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Come svelare il punto G
"Come donna, per prepararti all’esplorazione del punto G ti devi connettere con la tua voglia di scoprire qualcosa su di te prendendo sul serio te stessa e la tua sessualità."
(tratto da “Il punto G: una guida tantrica al mistero della sessualita femminile” di Eldmar e Michaela Zadra)
...ed è da questo meraviglioso testo che prendo in prestito per voi quanto segue...
Non sempre il punto G è riconoscibile al primo contatto, anzi, spesso è dormiente e si inturgidisce soltanto quando viene stimolato. In quel caso ti ritrovi alle prese con un paradosso: per trovarlo bisogna stimolarlo, ma per stimolarlo bisogna prima averlo trovato. L’unica soluzione è continuare a toccare i diversi punti sulla linea delle 12 e con un po’ di pazienza prima o poi troverai una zona che cambierà consistenza sotto la tua pressione, gonfiandosi. Tastandolo potresti percepire anche delle piccole scariche. Nel dubbio chiedi conferma alla tua compagna.
Una volta che hai individuato l’area che ti interessa, rimani lì e mantieni un contatto dolce e benevolo immaginando di passare con il tuo respiro attraverso il dito.
Come donna, riconosci di averlo trovato dall’inconfondibile sensazione di dover urinare anche se avevi svuotato la vescica poco tempo prima. E’ solo un’impressione passeggera, quindi non devi assecondarla interrompendo il massaggio per andare in bagno. Molte volte avverti anche un senso di fastidio, di bruciore, di fitte, o di scariche elettriche. Insomma, nulla di piacevole, ma almeno sai di aver trovato il punto giusto. Circa la metà degli uomini lo trova nell’arco di alcuni minuti, una percentuale leggermente inferiore ne impiega 2 o 3, altri cercano per più di 5 minuti.
Come uomo, se inizialmente esercitavi un tocco delicato, quando il punto G si inturgidisce puoi gradualmente aumentare la pressione per circa 5 minuti. Poi allentala di nuovo, anche se non del tutto, per far riposare un po’ il dito. Volendo, puoi inserirne un altro senza ritirare il primo (per esempio aggiungere l’indice al medio) e prepararti a una pressione ancora più decisa. Il punto G non è delicato come il clitoride, richiede molta più pressione. Per cambiare puoi anche alternare il tocco costante con diversi movimenti accompagnati dal tuo respiro.
Lo stantuffo: avanti e indietro come un pistone
La fluttuazione: come lo stantuffo, con movimenti più dolci e più lenti
La vibrazione: movimenti ancora più dolci, ma più veloci, come quando tremi dal freddo
L’invito: piegando il dito in su verso di te come nel gesto che significa “vieni qua”
Rimani almeno 15-20 minuti sul punto G. Generalmente un movimento costante e continuo aiuta più a rilassarsi, mentre un movimento ritmato viene percepito come più stimolante, perciò è bello alternare i due. Con la mano libera accarezza qualche volta le gambe, le braccia, la pancia della donna per distribuire la carica, in modo che l’energia liberata possa diffondersi in tutto il corpo.
Non aspettarti per forza le classiche contrazioni del tratto più esterno della vagina come avvengono durante l’orgasmo clitorideo. Qui potrebbe anche non accadere niente di simile, anzi, l’apertura si può addirittura allargare. Inoltre può accadere, che la donna arrivi all’apice del piacere con un’eiaculazione.
Il clitoride ha una reazione lineare: il primo tocco è piacevolmente eccitante, e i successivi sono via via sempre più eccitanti fino a raggiungere l’orgasmo.
Il punto G è tutto il contrario, la sua reazione è ondeggiante, oscilla dal dolore al piacere, dal pianto al riso, dal non star più nella pelle fino alla pace più profonda; insomma, da un estremo all’altro. Attraverso la stimolazione di un unico punto la donna può sperimentare l’intero universo di sentimenti che il suo corpo le può offrire. Oltretutto, le sensazioni non rimangono limitate all’area pubica o al bacino, ma tendono a coinvolgere la totalità del corpo.
(tratto da “Il punto G: una guida tantrica al mistero della sessualita femminile” di Eldmar e Michaela Zadra)
...ed è da questo meraviglioso testo che prendo in prestito per voi quanto segue...
Non sempre il punto G è riconoscibile al primo contatto, anzi, spesso è dormiente e si inturgidisce soltanto quando viene stimolato. In quel caso ti ritrovi alle prese con un paradosso: per trovarlo bisogna stimolarlo, ma per stimolarlo bisogna prima averlo trovato. L’unica soluzione è continuare a toccare i diversi punti sulla linea delle 12 e con un po’ di pazienza prima o poi troverai una zona che cambierà consistenza sotto la tua pressione, gonfiandosi. Tastandolo potresti percepire anche delle piccole scariche. Nel dubbio chiedi conferma alla tua compagna.
Una volta che hai individuato l’area che ti interessa, rimani lì e mantieni un contatto dolce e benevolo immaginando di passare con il tuo respiro attraverso il dito.
Come donna, riconosci di averlo trovato dall’inconfondibile sensazione di dover urinare anche se avevi svuotato la vescica poco tempo prima. E’ solo un’impressione passeggera, quindi non devi assecondarla interrompendo il massaggio per andare in bagno. Molte volte avverti anche un senso di fastidio, di bruciore, di fitte, o di scariche elettriche. Insomma, nulla di piacevole, ma almeno sai di aver trovato il punto giusto. Circa la metà degli uomini lo trova nell’arco di alcuni minuti, una percentuale leggermente inferiore ne impiega 2 o 3, altri cercano per più di 5 minuti.
Come uomo, se inizialmente esercitavi un tocco delicato, quando il punto G si inturgidisce puoi gradualmente aumentare la pressione per circa 5 minuti. Poi allentala di nuovo, anche se non del tutto, per far riposare un po’ il dito. Volendo, puoi inserirne un altro senza ritirare il primo (per esempio aggiungere l’indice al medio) e prepararti a una pressione ancora più decisa. Il punto G non è delicato come il clitoride, richiede molta più pressione. Per cambiare puoi anche alternare il tocco costante con diversi movimenti accompagnati dal tuo respiro.
Lo stantuffo: avanti e indietro come un pistone
La fluttuazione: come lo stantuffo, con movimenti più dolci e più lenti
La vibrazione: movimenti ancora più dolci, ma più veloci, come quando tremi dal freddo
L’invito: piegando il dito in su verso di te come nel gesto che significa “vieni qua”
Rimani almeno 15-20 minuti sul punto G. Generalmente un movimento costante e continuo aiuta più a rilassarsi, mentre un movimento ritmato viene percepito come più stimolante, perciò è bello alternare i due. Con la mano libera accarezza qualche volta le gambe, le braccia, la pancia della donna per distribuire la carica, in modo che l’energia liberata possa diffondersi in tutto il corpo.
Non aspettarti per forza le classiche contrazioni del tratto più esterno della vagina come avvengono durante l’orgasmo clitorideo. Qui potrebbe anche non accadere niente di simile, anzi, l’apertura si può addirittura allargare. Inoltre può accadere, che la donna arrivi all’apice del piacere con un’eiaculazione.
Il clitoride ha una reazione lineare: il primo tocco è piacevolmente eccitante, e i successivi sono via via sempre più eccitanti fino a raggiungere l’orgasmo.
Il punto G è tutto il contrario, la sua reazione è ondeggiante, oscilla dal dolore al piacere, dal pianto al riso, dal non star più nella pelle fino alla pace più profonda; insomma, da un estremo all’altro. Attraverso la stimolazione di un unico punto la donna può sperimentare l’intero universo di sentimenti che il suo corpo le può offrire. Oltretutto, le sensazioni non rimangono limitate all’area pubica o al bacino, ma tendono a coinvolgere la totalità del corpo.
Re: Come svelare il punto G
Spesso sento la sensazione di dover urinare. Non so se lui l'ha beccato e non so nemmeno dire se mi piace
Ospite- Ospite
Re: Come svelare il punto G
lasciati andare all'emozione che ti arriva da questa stimolazione, ascolta le sensazioni che ti trasmette il tuo corpo senza l'ansia di dover per forza arrivare a qualcosa.... semplicemente goditi il momento e vedi cosa succede, magari ci arriverai per gradi e in più volte, magari arriverà subito
non pensare a cosa sta succedendo, non farai "plinplin", piuttosto avete centrato il punto
te lo dico semplicemente perché io ho fatto così
ciauuuu
non pensare a cosa sta succedendo, non farai "plinplin", piuttosto avete centrato il punto
te lo dico semplicemente perché io ho fatto così
ciauuuu
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