La cintura di Castità
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La cintura di Castità
Si tratta di uno strumento in ferro che ha riscosso un ampio successo in tutte le epoche, sia come misura di sicurezza contro mogli troppo allegre o procaci e recentemente anche per gli uomini, come vedremo più avanti, quale divertente accessorio della pratica S/M. Il suo scopo è quello di impedire l'attività sessuale ostruendo ogni eventuale orifizio o impedendo l'uso del pene e la masturbazione per i maschi.
Sono esistiti svariati tipi di cintura di castità ma l'aspetto prevalente, essenzialmente, si compone di una banda in vita ed una fascia pubica (che copre completamente i genitali, in modo da renderli inaccessibili), bloccate insieme. Il materiale utilizzato nelle cinture classiche è solitamente metallico, con un rivestimento, soprattutto interno, di velluto o pelle; le cinture moderne sono realizzate perlopiù su misura, in acciaio inossidabile rivestito internamente in neoprene o gomma, che assicura una migliore igiene. L'igiene è infatti uno degli aspetti maggiormente problematici per chi adopera la cintura di castità nonostante essa preveda, in ogni caso, la presenza di due piccole aperture, una anteriore e una posteriore, per l'espletazione dei bisogni fisiologici.
Naturalmente, per impedire la rimozione della cintura, essa è predisposta per l'applicazione di uno o più lucchetti.
Pare che la cintura di castità trovi le sue radici nella preistoria, quando un cacciatore in procinto di assentarsi per lungo tempo ha sigillato la sua prosperosa moglie incollandole tra le gambe un pezzo di tufo sagomato puntellandolo con ossa di mammut scheggiate. Fortunatamente nei secoli la cintura di castità ha avuto un evoluzione: dalla mera roccia si è passati a una più confortevole impalcatura di legno, poi al metallo, fino ad arrivare ai moderni piastroni e gabbiette di plexiglas.
La prima apparizione della cintura di castità è attestata nell'epopea di Gilgamesh, famoso poema sumerico, quando l'eroico e pelosissimo Enkidu in procinto di compiere il volere della natura con procace sacerdotessa, ha incontrato un ferreo ostacolo intergambale che l'ha portato ad ammaccarsi l'appendice e a perdere di conseguenza tutti i peli e la virilità. Successivamente, possiamo incontrare il simpatico oggetto anche nell'Odissea, quando Penelope sollevando il peplo spiega ai proci il motivo per cui effettivamente non può tradire il marito Ulisse, che è lo stesso peraltro per cui ha atteso il suo ritorno con tanta trepidazione. (altro che la tela)
È nel medioevo che è attestato l'uso più ampio: i cavalieri partiti per la prima crociata, quando tornati a casa dopo dieci anni trovarono una ventina di pargoli in più di quelli che si ricordavano, iniziarono ad avere qualche sospetto sulla fedeltà delle mogli, e prima di partire nuovamente utilizzarono questo simpatico oggetto per assicurarsi che l'errore non si ripetesse.
In realtà, una ricostruzione storica più attenta porta a concludere che i primi usi della cintura di castità risalgano, in Italia, al XIV o XV secolo, in particolare negli ambienti dell'alta nobiltà. Il primo documento in cui compare la cintura di castità, è datato 1405 e conservato nella biblioteca di Gottinga (la cintura è qui nominata come "congegno fiorentino"). Indossarono la cintura di castità, fra le altre, Caterina de' Medici, Anna d'Austria, la moglie di Francesco II di Carrara (il quale fu addirittura accusato di esserne l'inventore, in uno scritto del 1750 di Freydier de Nimes). Recentemente, tuttavia, l'esistenza e l'utilizzo della cintura di castità nel medioevo è stata contestata.
Tradizionalmente, come detto, l'uso della cintura di castità è correlato all'esigenza maschile di assicurarsi la fedeltà della propria donna, in particolare laddove questa fedeltà sia messa a repentaglio dalla particolare avvenenza o disponibilità sessuale della donna. A questo uso tradizionale si correla invece l'esigenza di garantire la sicurezza delle donne, in particolare nobili o comunque aristocratiche, dalla possibilità di essere esposte a stupro o violenze che avrebbero potuto portare, come conseguenza, una filiazione illegittima. Questa esigenza, sia pure in un'epoca diversa, quella moderna, segnata dalla liberazione sessuale e dalla facilità di accesso alla contraccezione, è stata fra i motivi di una ripresa di interesse per l'uso della cintura di castità, la quale riveste, per alcune donne, il ruolo di difesa estrema dal pericolo di aggressioni e stupri, molto sentito dal sesso femminile in particolare nelle metropoli occidentali più esposte alla violenza e alla microcriminalità. Non è noto tuttavia il numero di donne che effettivamente utilizza la cintura di castità con questo scopo (si può immaginarlo, tuttavia, molto ridotto, anche a causa dell'alto costo commerciale della cintura stessa).
Altre motivazioni per l'uso della cintura di castità si riscontrano, in particolare negli ambienti più puritani, fra coloro che ritengono importante il mantenimento della verginità fino al momento del matrimonio. In questo caso la cintura di castità assume il ruolo (auto) dissuasivo, rispetto alla tentazione di un eventuale rapporto pre-matrimoniale: quasi una prova d'amore, fra due fidanzati impegnati nel rinviare il loro primo incontro sessuale.
La motivazione però più diffusa (ed estesa, peraltro, anche ai maschi) per l'uso della cintura, riguarda la comunità BDSM, nella quale l'uso di questo strumento fa parte di quel tipo di dominazione-sottomissione che prevede, da parte dello slave (lo schiavo), la disponibilità a lasciare al partner dominante le decisioni riguardo alla propria sessualità. In questo caso, è il partner dominante, di solito, a detenere la chiave e quindi a regolare l'uso e la rimozione della cintura, con l'obiettivo, oltre che di indurre l'impossibilità di avere rapporti sessuali, anche di ottenere una maggiore umiliazione e repressione sessuale del soggetto sottomesso, impedendone anche la masturbazione e, nel caso dei maschi, rendendone dolorosa la stessa erezione.
In questo tipo di relazioni il cosiddetto "dono della chiave", che lo slave fa nei confronti del dominante, assume un valore molto significativo, come testimonianza effettiva dell'importanza della relazione e della fiducia che il sottomesso ha, nei confronti di chi assume il controllo sulla sua sessualità.
*Importate dagli USA sempre nell'ambito D/s, ma anche no, sono le relazioni tra coniugi dove il marito consapevole (cuckold) viene tenuto in cintura di castità e la moglie ha rapporti sessuali con altri uomini (Bull) ed ai quali lui partecipa come "tuttofare"
*Altra variante al cuckoldismo e il Sissy maid nella quale è sempre l'uomo il sottomesso che oltre a dover portare la cintura di castità si occupa dei lavori di casa rigorosamente vestito in abiti femminili e tanto altro.
* questi ultimi sono casi abbastanza "particolari" per cui se volete approfondire e saperne di più è sufficiente fare una ricerca in rete
Ci sono infine molte coppie diciamo "normali" dove la scoperta della cintura di castità è stata un toccasana nella relazione di coppia in quanto la castità forzata in un uomo lo porta a dare il massimo di attenzione e dedizione alla propria donna accettando qualsiasi richiesta pur di poter uscire dalla "gabbietta" quì
http://www.chastity-uk.co.uk/new.htm trovate: storia, esperienze, testimonianze, consigli e prodotti.
http://www.chastity-uk.co.uk/new.htm
n.b. alcuni brani sono tratti da nonciclopedia e wikipedia
http://images4.wikia.nocookie.net/__cb20090601090009/nonciclopedia/images/thumb/1/1c/Cinture_di_castità.jpg/180px-Cinture_di_castità.jpg
Una cintura di castità in versione maschile e femminile
Una cintura di castità in versione maschile e femminile
Sono esistiti svariati tipi di cintura di castità ma l'aspetto prevalente, essenzialmente, si compone di una banda in vita ed una fascia pubica (che copre completamente i genitali, in modo da renderli inaccessibili), bloccate insieme. Il materiale utilizzato nelle cinture classiche è solitamente metallico, con un rivestimento, soprattutto interno, di velluto o pelle; le cinture moderne sono realizzate perlopiù su misura, in acciaio inossidabile rivestito internamente in neoprene o gomma, che assicura una migliore igiene. L'igiene è infatti uno degli aspetti maggiormente problematici per chi adopera la cintura di castità nonostante essa preveda, in ogni caso, la presenza di due piccole aperture, una anteriore e una posteriore, per l'espletazione dei bisogni fisiologici.
Naturalmente, per impedire la rimozione della cintura, essa è predisposta per l'applicazione di uno o più lucchetti.
Pare che la cintura di castità trovi le sue radici nella preistoria, quando un cacciatore in procinto di assentarsi per lungo tempo ha sigillato la sua prosperosa moglie incollandole tra le gambe un pezzo di tufo sagomato puntellandolo con ossa di mammut scheggiate. Fortunatamente nei secoli la cintura di castità ha avuto un evoluzione: dalla mera roccia si è passati a una più confortevole impalcatura di legno, poi al metallo, fino ad arrivare ai moderni piastroni e gabbiette di plexiglas.
La prima apparizione della cintura di castità è attestata nell'epopea di Gilgamesh, famoso poema sumerico, quando l'eroico e pelosissimo Enkidu in procinto di compiere il volere della natura con procace sacerdotessa, ha incontrato un ferreo ostacolo intergambale che l'ha portato ad ammaccarsi l'appendice e a perdere di conseguenza tutti i peli e la virilità. Successivamente, possiamo incontrare il simpatico oggetto anche nell'Odissea, quando Penelope sollevando il peplo spiega ai proci il motivo per cui effettivamente non può tradire il marito Ulisse, che è lo stesso peraltro per cui ha atteso il suo ritorno con tanta trepidazione. (altro che la tela)
È nel medioevo che è attestato l'uso più ampio: i cavalieri partiti per la prima crociata, quando tornati a casa dopo dieci anni trovarono una ventina di pargoli in più di quelli che si ricordavano, iniziarono ad avere qualche sospetto sulla fedeltà delle mogli, e prima di partire nuovamente utilizzarono questo simpatico oggetto per assicurarsi che l'errore non si ripetesse.
In realtà, una ricostruzione storica più attenta porta a concludere che i primi usi della cintura di castità risalgano, in Italia, al XIV o XV secolo, in particolare negli ambienti dell'alta nobiltà. Il primo documento in cui compare la cintura di castità, è datato 1405 e conservato nella biblioteca di Gottinga (la cintura è qui nominata come "congegno fiorentino"). Indossarono la cintura di castità, fra le altre, Caterina de' Medici, Anna d'Austria, la moglie di Francesco II di Carrara (il quale fu addirittura accusato di esserne l'inventore, in uno scritto del 1750 di Freydier de Nimes). Recentemente, tuttavia, l'esistenza e l'utilizzo della cintura di castità nel medioevo è stata contestata.
Tradizionalmente, come detto, l'uso della cintura di castità è correlato all'esigenza maschile di assicurarsi la fedeltà della propria donna, in particolare laddove questa fedeltà sia messa a repentaglio dalla particolare avvenenza o disponibilità sessuale della donna. A questo uso tradizionale si correla invece l'esigenza di garantire la sicurezza delle donne, in particolare nobili o comunque aristocratiche, dalla possibilità di essere esposte a stupro o violenze che avrebbero potuto portare, come conseguenza, una filiazione illegittima. Questa esigenza, sia pure in un'epoca diversa, quella moderna, segnata dalla liberazione sessuale e dalla facilità di accesso alla contraccezione, è stata fra i motivi di una ripresa di interesse per l'uso della cintura di castità, la quale riveste, per alcune donne, il ruolo di difesa estrema dal pericolo di aggressioni e stupri, molto sentito dal sesso femminile in particolare nelle metropoli occidentali più esposte alla violenza e alla microcriminalità. Non è noto tuttavia il numero di donne che effettivamente utilizza la cintura di castità con questo scopo (si può immaginarlo, tuttavia, molto ridotto, anche a causa dell'alto costo commerciale della cintura stessa).
Altre motivazioni per l'uso della cintura di castità si riscontrano, in particolare negli ambienti più puritani, fra coloro che ritengono importante il mantenimento della verginità fino al momento del matrimonio. In questo caso la cintura di castità assume il ruolo (auto) dissuasivo, rispetto alla tentazione di un eventuale rapporto pre-matrimoniale: quasi una prova d'amore, fra due fidanzati impegnati nel rinviare il loro primo incontro sessuale.
La motivazione però più diffusa (ed estesa, peraltro, anche ai maschi) per l'uso della cintura, riguarda la comunità BDSM, nella quale l'uso di questo strumento fa parte di quel tipo di dominazione-sottomissione che prevede, da parte dello slave (lo schiavo), la disponibilità a lasciare al partner dominante le decisioni riguardo alla propria sessualità. In questo caso, è il partner dominante, di solito, a detenere la chiave e quindi a regolare l'uso e la rimozione della cintura, con l'obiettivo, oltre che di indurre l'impossibilità di avere rapporti sessuali, anche di ottenere una maggiore umiliazione e repressione sessuale del soggetto sottomesso, impedendone anche la masturbazione e, nel caso dei maschi, rendendone dolorosa la stessa erezione.
In questo tipo di relazioni il cosiddetto "dono della chiave", che lo slave fa nei confronti del dominante, assume un valore molto significativo, come testimonianza effettiva dell'importanza della relazione e della fiducia che il sottomesso ha, nei confronti di chi assume il controllo sulla sua sessualità.
*Importate dagli USA sempre nell'ambito D/s, ma anche no, sono le relazioni tra coniugi dove il marito consapevole (cuckold) viene tenuto in cintura di castità e la moglie ha rapporti sessuali con altri uomini (Bull) ed ai quali lui partecipa come "tuttofare"
*Altra variante al cuckoldismo e il Sissy maid nella quale è sempre l'uomo il sottomesso che oltre a dover portare la cintura di castità si occupa dei lavori di casa rigorosamente vestito in abiti femminili e tanto altro.
* questi ultimi sono casi abbastanza "particolari" per cui se volete approfondire e saperne di più è sufficiente fare una ricerca in rete
Ci sono infine molte coppie diciamo "normali" dove la scoperta della cintura di castità è stata un toccasana nella relazione di coppia in quanto la castità forzata in un uomo lo porta a dare il massimo di attenzione e dedizione alla propria donna accettando qualsiasi richiesta pur di poter uscire dalla "gabbietta" quì
http://www.chastity-uk.co.uk/new.htm trovate: storia, esperienze, testimonianze, consigli e prodotti.
http://www.chastity-uk.co.uk/new.htm
n.b. alcuni brani sono tratti da nonciclopedia e wikipedia
mordicchio- Messaggi : 174
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: La cintura di Castità
bellissimo articolo!!
Mi piace l'opzione:
"*Altra variante al cuckoldismo e il Sissy maid nella quale è sempre l'uomo il sottomesso che oltre a dover portare la cintura di castità si occupa dei lavori di casa "
escludendo che si vesta con abiti femminili però....va bene nudo col grembiule da cucina e la cintura
Re: La cintura di Castità
Stefy AL (Bauby) ha scritto:
bellissimo articolo!!
Mi piace l'opzione:
"*Altra variante al cuckoldismo e il Sissy maid nella quale è sempre l'uomo il sottomesso che oltre a dover portare la cintura di castità si occupa dei lavori di casa "
escludendo che si vesta con abiti femminili però....va bene nudo col grembiule da cucina e la cintura
sei grande
mordicchio- Messaggi : 174
Data d'iscrizione : 19.08.12
Re: La cintura di Castità
Trovo già perfetto che "si occupi dei lavori di casa", se farlo vestito o nudo è una sua scelta purché li faccia!
Ospite- Ospite
Re: La cintura di Castità
Foll3ttocanoro ha scritto:Trovo già perfetto che "si occupi dei lavori di casa", se farlo vestito o nudo è una sua scelta purché li faccia!
si però per convincerlo occorrono degli incentivi mirati al sesso e in questo voi donne siete molto brave
mordicchio- Messaggi : 174
Data d'iscrizione : 19.08.12
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