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Il Tiaso di Saffo

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Il Tiaso di Saffo Empty Il Tiaso di Saffo

Messaggio Da Stefy (Bauby) Dom Dic 16, 2012 1:47 pm

Saffo è la prima poetessa della letteratura, un mito senza tempo che continua a vivere per la sua straordinaria poesia, limpida e intensa. La poetessa “immortale” raffinata ed elegante vede l’amore come una forza invincibile e dice: ”dolce amara invincibile serpe che ti scuote ed è impossibile resistere”.

Saffo istitui’ a Lesbo il ”Tiaso” un associazione culturale sacra ad Afrodite e alle Muse, di cui si dichiarava “Ministra“. La scuola rappresentava un ambiente di raffinata eleganza dove le ragazze, provenienti dalle migliori famiglie greche, anche dalla stessa Lesbo, ma anche da Salamina (la dolce Eunica), da Mileto (l’incantevole Anattoria) ,da Colofone (la bellissima Gongila), si impegnavano a suonare la lira, a vestire con gusto, a essere desiderabili e seducenti e partecipavano alle gare di bellezza, abbandonavano la scuola quando prendevano marito.

Il Tiaso era come un microcosmo autosufficiente basato nella visione della bellezza del corpo e dell’anima. Le ragazze della scuola erano invitate sempre nelle feste nuziali dove cantavano gli “ Imenei “ (da Imeneo figlio di Bacco e Afrodite) poemi nuziali e in processione andavano verso la casa dello sposo e della sposa elogiandoli con auguri di felicità.

Saffo in questa comunità insegnava la religione di Afrodite, i sentimenti e l’eros omosessuale che a quei tempi era frequente e normale nella società Greca. La fama che circondava Saffo non era dovuta solo per le sue poesie ma anche per le innumerevoli relazioni amorose che intratteneva con le giovani allieve.

La famiglia di Saffo fu coinvolta in disordini e dissapori politici e per un certo periodo (forse dieci anni) furono costretti ad abbandonare la loro Isola e vennero in Sicilia a Siracusa. Dopo il 590 A.C. Saffo potè ritornare a Mitilene ( capoluogo di Lesbo) dove visse fino alla morte. Morì giovane, forse intorno ai trent’ anni, la leggenda racconta che si buttò da uno scoglio sull’ isola di Lefkada perché si era innamorata di Faone che la rifiutò.
(fonte laltragrigento.it)

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La maggior parte dei suoi versi, che si ispirano alla dea del desiderio e dell’amore, Afrodite, trapelano una musicalità, una capacità evocativa e una sensualità difficilmente eguagliabili. E proprio il carattere così palesemente sensuale della sua poesia le è valso lo sguardo per niente benevolo dei moralisti d’ogni tempo, secondo i quali, Saffo avrebbe condotto una vita dissoluta, amando un gran numero di uomini e donne.

Lo scandalo era dovuto alla sua venerazione per Afrodite e alla circostanza che nei suoi versi comparivano, appassionatamente elogiate, alcune raffinate fanciulle, in compagnia affettuosa delle quali Saffo componeva le sue creazioni poetiche: Attive, Anattoria, Gòngila, Archeanassa, Girinna e altre quindici giovani formavano, sotto la guida della loro precettrice, un circolo di “ancelle delle Muse”.

A queste fanciulle sono destinate le poesie d’amore, di desiderio, amicizia, tenerezza, sdegno o gelosia. Che in tale circolo femminile potesse esservi spazio per relazioni omosessuali è evidenziato, per esempio, da questo verso: “Sdraiata, sopra morbidi letti, sfogavi il desiderio di giovani fanciulle”.
(fonte tiresiablog)



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in fondo ai tuoi occhi
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la mia anima
sulle tue labbra
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-Saffo-
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